L’università la Sapienza ha stimato che su 10 bambini affetti da anemia 8, in media, soffrono di anemia sideropenica, cioè da carenza prolungata di ferro. Il ferro è un minerale primario coinvolto in molti processi dell’organismo, contribuisce infatti al trasporto di ossigeno ai tessuti, alla normale funzione immunitaria e cognitiva, al metabolismo energetico e alla formazione di emoglobina nel sangue.

Vi sono alcuni segni visibili nei bambini che potrebbero ricondursi a una diagnosi di anemia, quali: pallore, infezioni ricorrenti, scarso appetito, mancanza di vivacità, crescita lenta e congiuntive pallide. È bene, perciò, qualora si notassero in contemporanea alcuni di questi segnali, di rivolgersi al pediatra per svolgere le dovute indagini che confermino o smentiscano la diagnosi.

La carenza di ferro ha una particolare incidenza anche nel periodo della pubertà dove spesso l’apporto alimentare di ferro non è proporzionale all’aumento di massa corporea dovuto allo scatto di crescita. Il problema emerge con maggiore evidenza nelle bambine il cui fabbisogno aumenta in corrispondenza dell’insorgenza del ciclo mestruale.

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