L’ecoansia è uno stato di stress e impotenza derivante dal cambiamento climatico e i suoi effetti sul pianeta.
È sotto gli occhi di tutti, eppure c’è chi subisce maggiormente questo malessere psicologico. Fra questi, i giovani, più consapevoli dell’emergenza ambientale e dell’incertezza sul futuro che li attende.
Approfondiamo l’argomento, quali sono i sintomi e le possibili soluzioni per gestire questa forma di ansia.
Che cos’è l’ecoansia?
Il cambiamento climatico è il tema delicato degli ultimi anni, ma c’è un aspetto forse poco approfondito che riguarda proprio i suoi effetti. Non i disastri ambientali o il declino di interi ecosistemi, ma le conseguenze sulla salute mentale di moltissime persone.
Uno studio dell’American Psychological Association (APA) la chiama ecoansia, ma alcuni la conoscono come solastalgia o ansia climatica. Si tratta di paura, rabbia e senso di impotenza nei confronti delle minacce ambientali causate dall’uomo.
Deforestazione, riscaldamento globale, emissioni: sono tanti i temi che scatenano stress, ansia e paura. Oltre a questo, alimentano la percezione che il tempo per trovare soluzioni efficaci stia per finire.
Perché l’ecoansia colpisce soprattutto i giovani?
Le differenze tra le generazioni possono influire sulla percezione della paura riguardo al cambiamento climatico.
Secondo un sondaggio dell’APA, quasi il 50% dei partecipanti tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di provare stress nell’apprendere gli effetti del cambiamento climatico.
I millennials (nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90) e la Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) hanno vissuto in un periodo diverso rispetto ai loro genitori.
L’attuale crisi economica e l’incertezza lavorativa rendono difficile immaginare un futuro sicuro per loro stessi e per i propri cari.
Proprio i giovani sono i più impegnati socialmente nel combattere il cambiamento climatico, spesso confrontandosi con la pigrizia del resto del mondo.
Come si manifesta la paura dei cambiamenti climatici?
L’ansia climatica non è ancora ufficialmente riconosciuta come un disturbo psichiatrico, ma ci sono alcuni sintomi che sottolineano la gravità della situazione:
- Rabbia e frustrazione, spesso scatenate dallo scetticismo di coloro che non credono nella gravità della situazione.
- Impotenza e sensi di colpa, generati da pensieri negativi, fatalistici e ossessivi su tutto ciò che riguarda il clima
- Disturbi del sonno e isolamento, con gravi ripercussioni sulla salute psicofisica e sociale.
Questi sintomi contribuiscono al cambiamento nello stile di vita e nelle abitudini alimentari, oltre al deteriorarsi dei rapporti sociali.
Sebbene la costante esposizione alle notizie sull’ambiente possa accrescere la nostra consapevolezza, potrebbe anche spegnere la motivazione nell’affrontare questa causa globale.
Come affrontare e gestire l’ecoansia?
Per alleviare la solastalgia è fondamentale trovare informazioni affidabili sull’entità del problema e sulle soluzioni per cambiare rotta.
Contribuire, nel proprio piccolo, a fare qualcosa per ridurre l’impatto ambientale può aiutare.
Nella terapia cognitiva si consigliano infatti dei comportamenti proattivi per mitigare il senso di impotenza opprimente tipico di questo malessere.
Se ci pensiamo, l’ecoansia è una conseguenza di una minaccia reale e la persona, per natura, è portata a difendersi dal pericolo.
Potrebbe essere utile prevedere un percorso di gestione e controllo della propria emotività, che funzioni da stimolo per comportamenti virtuosi.