La Sindrome dell’Intestino Irritabile è caratterizzata da dolori crampiformi a carico dell’addome, di durata variabile e di notevole intensità, spesso accompagnati da irregolarità dell’alvo, con iniziale tendenza all’aumento di frequenza delle evacuazioni e successiva riduzione.

Si distinguono differenti quadri clinici:

  • Stipsi spastica, caratterizzata dall’incompleto svuotamento dell’intestino con ristagno di materiale fecale, che innesca dolorose contrazioni a carico della muscolatura del canale digerente
  • Diarrea ripetuta, di solito accompagnata da emissione di muco, non sempre dolorosa, ma impellente e molto frequente
  • Alternanza di stipsi e diarrea, che tendono a presentarsi con andamento ciclico e ripetuto

Tale sindrome appartiene alla classe delle malattie psico-somatiche in quanto, nella sua genesi, un ruolo preponderante spetta al sistema nervoso autonomo, che innerva le pareti dell’intestino condizionandone il funzionamento. Il sistema nervoso parasimpatico risulta particolarmente attivo nei soggetti ansiosi e spesso neurolabili, che tendono a somatizzare le proprie angosce a livello di numerosi organi, tra cui l’intestino. L’aspetto anatomico dell’apparato intestinale appare assolutamente normale, senza alcuna anomalia, e pertanto l’insorgenza del disturbo dipende da cause prettamente funzionali.

I sintomi di questa patologia sono:

  • Dolorabilità addominale
  • Irregolarità dell’alvo
  • Meteorismo
  • Gonfiore intestinale
  • Eventuale presenza di muco nelle feci

Secondo recenti dati epidemiologici, la sindrome dell’intestino irritabile interesserebbe circa il 20% della popolazione che vive nei paesi sviluppati, mentre sarebbe notevolmente inferiore per i popoli del terzo mondo; da questa evidenza si può facilmente dedurre come l’alimentazione giochi un ruolo di primo piano nella genesi del disturbo.

Le probabili cause che stanno alla base della malattia dipendono da un’anomala comunicazione tra alcune aree cerebrali, le fibre nervose da esse discendenti che innervano la muscolatura dell’intestino e l’organo stesso; tale anomalia si traduce in un bombardamento di segnali sbagliati che stimolano in maniera non fisiologica le pareti intestinali, alterandone il funzionamento. Le cellule muscolari presenti sulle pareti del canale intestinale, contraendosi ritmicamente (movimenti peristaltici), favoriscono la progressione del materiale digerito; quando tali contrazioni sono troppo forti e prolungate oppure troppo deboli si instaura la sindrome.

Le principali cause sono:

  • Assunzione di determinati alimenti, come caffé, cioccolata, condimenti a base di spezie, cavolfiore, latte e latticini, cibi grassi o fritti, frutta
  • Alterazioni dell’assetto ormonale
  • Situazioni stressogene prolungate nel tempo
  • Gastroenteriti virali o batteriche
  • Malfunzionamento del sistema immunitario
  • Anomalie nella secrezione della serotonina

Per questo disturbo vengono impiegati quasi unicamente dei farmaci sintomatici, il cui scopo è quello di attenuare la sintomatologia dolorosa ad esso associata; si tratta di principi terapeutici che agiscono a differenti livelli e che devono venire prescritti dal medico.

È possibile però ricorrere a rimedi naturali che fanno parte di protocolli fitoterapici; alcuni prodotti che si rivelano efficaci nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile possono essere anche blandi ansiolitici.
Ricordiamo:

  • Estratto di Escholtzia
  • Estratto fluido di Gramigna
  • Scleranthus (Fiori di Bach)
  • Tisane di Camomilla, Valeriana e Biancospino
  • Infusi allo Zenzero
  • Decotti di semi di Finocchio
  • Semi di Plantago Psyllium in caso di produzione di feci disidratate
  • Estratto di Malva
  • Succo di Aloe Vera
  • Estratto di Senna, in caso di stipsi ostinata
  • Corteccia di Frangula per stitichezza cronica
  • Manna e mannitolo per stipsi occasionale
  • Estratto di Melissa antispastica e antinfiammatoria
  • Estratto di Angelica.

È inoltre necessario porre particolare attenzione al regime dietetico, il cui ruolo si è dimostrato fondamentale sia a scopo terapeutico che preventivo nei confronti di tale sindrome.

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